Cos'è il tecnostress e come gestirlo

Cos’è il tecnostress e come gestirlo

Quante volte abbiamo sentito la parola Tecnostress?

Nel mondo sempre più connesso e digitalizzato in cui viviamo le nostre vite frenetiche e iperconnesse, oggi, il termine tecnostress è diventato un elemento centrale della nostra quotidianità. 

Ne parliamo continuamente, non sempre con la consapevolezza di cosa si tratti, di quali siano le implicazioni e gli strumenti o le strategie per gestirlo.

Il tecnostress rappresenta la tensione psicologica e fisica che deriva dall’uso eccessivo o scorretto della tecnologia

È un fenomeno che coinvolge tutti noi, dai professionisti, che in alcuni casi trascorriamo ore e ore davanti ai computer, o post lavoro su tablet, smartphone, agli studenti che utilizzano dispositivi digitali per l’apprendimento online e ai giovani che navigano nei meandri delle reti sociali, a volte senza limiti. 

In questo articolo ti aiuterò a esplorare in dettaglio cosa sia e come il tecnostress impatta sul nostro benessere e sulla nostra vita quotidiana, mettendo in luce le sfide che in qualità di adulti, lavoratori e ragazzi dobbiamo affrontare nell’era digitale.

Il fenomeno del tecnostress è un problema che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo. 

Secondo studi condotti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si stima che circa il 30% della popolazione mondiale soffra di qualche forma di tecnostress.

Questo dato impressionante evidenzia l’ampiezza del problema a livello globale.

A livello nazionale, in Italia, il tecnostress ha guadagnato terreno in modo significativo negli ultimi anni. 

Uno studio condotto dal Ministero della Salute ha rivelato che oltre il 50% dei lavoratori italiani ha segnalato sintomi di tecnostress, con conseguenze dirette sulla produttività e la qualità della vita. 

Questi dati dimostrano quanto sia cruciale affrontare il tecnostress, comprenderne le caratteristiche e capire come gestirlo!

Tecnostress: di cosa si tratta

Il tecnostress può essere definito come una risposta negativa e disadattiva alle sfide legate all’uso eccessivo o scorretto della tecnologia. 

Ma cosa accade effettivamente nel nostro cervello quando siamo colpiti da questo fenomeno? 

Gli studi neuroscientifici hanno gettato luce su come il cervello reagisce al tecnostress.

Recenti ricerche condotte con tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno evidenziato che l’esposizione prolungata al tecnostress può influenzare negativamente l’attività cerebrale. 

In particolare, si è osservato un aumento dell’attività nella parte del cervello associata allo stress, come l’amigdala

Questo può portare a una maggiore percezione di minacce nell’ambiente digitale e all’attivazione della risposta “lotta o fuga”.

Numerosi studi hanno dimostrato che il tecnostress può compromettere la memoria e l’apprendimento. 

L‘iperstimolazione digitale e la costante interruzione da parte delle notifiche possono ostacolare la capacità del cervello di concentrarsi e memorizzare le informazioni in modo efficace. 

Il tecnostress non è solo una questione di disagio mentale, ma può anche avere gravi impatti sulla salute fisica e mentale delle persone. 

Alcuni degli effetti collaterali più comuni includono disturbi del sonno, mal di testa, affaticamento visivo, tensione muscolare e disturbi gastrointestinali. 

Inoltre, il tecnostress può aumentare il rischio di ansia, depressione e burnout.

Tra le sindromi correlate al tecnostress, una delle più conosciute è la “sindrome da iperconnettività“, che si verifica quando una persona è costantemente collegata e si sente ansiosa se non può controllare le notifiche o essere sempre online. 

Altre sindromi includono la “sindrome da dipendenza da smartphone” e la “sindrome da burnout digitale”, caratterizzate da un uso eccessivo e compulsivo dei dispositivi digitali.

Nel contesto aziendale, il tecnostress ha dimostrato di avere gravi conseguenze sulla performance. 

Uno studio condotto da Harvard Business Review ha rivelato che l’uso eccessivo della tecnologia nei luoghi di lavoro può portare a una diminuzione del 25% della produttività. 

Questo si traduce in costi significativi per le aziende a causa di un calo della qualità del lavoro e di un aumento dell’assenteismo.

Due ricerche dimostrano la portata dell’impatto del tecnostress nel mondo aziendale:

  • Stanford University – l’87% dei lavoratori afferma che le distrazioni digitali sono uno dei principali ostacoli alla loro produttività. 
  • Harvard University – il 62% dei lavoratori si sente mentalmente esausto a causa delle interruzioni digitali costanti. 

Cosa posso fare per ridurre gli impatti negativi del tecnostress?

Gestire il tecnostress per il proprio benessere

Per gestire i fastidi o disturbi legati al tecnostress siamo spesso tentati di attuare misure drastiche del tipo “spengo tutto e mi disintossico”!

Non è così semplice.

Il tecnostress può sembrare un problema inarrestabile nell’era digitale, esistono approcci efficaci per affrontarlo e mitigarne gli effetti negativi.

Ecco alcune strategie pratiche per gestire il tecnostress e preservare il proprio benessere.

In primo luogo dobbiamo trovare un sano equilibrio tra l’uso della tecnologia e il tempo offline.

Identifica le attività digitali che sono veramente significative e necessarie nella tua vita quotidiana professionale e non, riducendo quelle che possono essere ridimensionate o eliminate.

Nel caso tu abbia avvertito dei sintomi di tecnostress, definisci degli obiettivi per ridurre l’impatto. Ad esempio, potresti stabilire di limitare il tempo trascorso sui social media o disattivare le notifiche non essenziali.

Fissa deliberatamente periodi di tempo in cui sarai offline, durante la pausa pranzo, l’attività sportiva, gli incontri con gli amici, i pasti serali. Questa pratica ti consentirà di rilassarti, concentrarti su altre attività e ridurre il carico digitale.

Comunica con chiarezza con tutti, colleghi, amici e familiari i tuoi momenti offline digitali. Una comunicazione aperta ridurrà le aspettative di risposta immediata.

Nella giornata lavorativa cerca di ridurre il multitasking digitale, condividi con il tuo responsabile, i tuoi collaboratori o i colleghi un codice comune per l’uso dei sistemi di comunicazione e inserisci nella tua agenda i momenti offline, definendo quali siano le eccezioni in cui potrai essere contattat@.

Dedica del tempo a definire le reali priorità, usando To-Do List, app o strumenti di gestione delle attività.
Ricorda la semplice definizione delle priorità come prodotto di importanza e urgenza: é importante ciò che è correlato ai tuoi obiettivi, urgente ciò che ha una scadenza temporale!

Limita le riunioni online, il loro numero e la loro durata. Quando ricevi un invito assicurati che sia chiaro l’obiettivo e che sia effettivamente necessaria la tua partecipazione.

Impara a dare e dire dei “No”.

A volte è essenziale dire “no o non ora” a impegni digitali che non contribuiscono alla produttività, avendo l’unico fine di scaricare l’ansia altrui!

Coinvolgi anche amici e familiari, rendili partecipi e complici del tuo impegno a gestire il tecnostress, candiderete idee e buone pratiche di cui gioverete tutti.

Impara tecniche di meditazione e respirazione per gestire lo stress, come ad esempio stare nel qui e ora. Ricorda che anche pochi minuti al giorno di pratica possono avere un impatto significativo sulla tua tranquillità mentale e sul tuo benessere.

Per finire ti consiglio di tenere traccia dei progressi che fai nella gestione del tecnostress, attraverso un diario o semplicemente un momento in cui ti congratuli con te stess@ e mantieni flessibilità e capacità di adattamento alle circostanze.

La gestione del tecnostress è un processo in continua evoluzione, e ci saranno momenti in cui potresti deviare dai tuoi obiettivi. L’importante è non arrendersi, ma adattarsi alle sfide e ai cambiamenti che incontrerai lungo il percorso.

Se vuoi confrontarti su questa tematica, ricevere una consulenza o dei consigli non esitare a contattarmi!

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